Ma non basta far rispettare il limite di 50 km/h?
E’ importante che tutti i limiti massimi di velocità vengano rispettati, ma questi devono essere adeguati alle situazioni: gli studi scientifici e i piani internazionali, europei e italiani di sicurezza stradale affermano in modo unanime che “dove ci possono essere impatti che coinvolgono veicoli e persone, la velocità dovrebbe essere limitata a 30 km/h”.
Purtroppo, quindi, far rispettare i 50 km/h non è sufficiente a ridurre incidenti, morti e feriti gravi nelle strade delle città, dove convivono persone e mezzi a motore, come nelle aree densamente popolate di Bologna dove il Comune ha stabilito un limite più basso. Questo per un semplice motivo fisico: una persona investita da un’auto che viaggia a 50 km/h ha 8 probabilità su 10 di perdere la vita (è come precipitare dal 3° piano di un palazzo); se l’auto procede a 30 km/h, invece, la probabilità scende a 1 volta su 10 (è come cadere dal 1° piano).
Rispetto ai 50 km/h, dunque, in caso di investimento di persone i 30 km/h possono fare letteralmente la differenza fra la vita e la morte; e, anche in caso di scontro, producono comunque danni molto meno gravi all’incolumità dei guidatori stessi e ai veicoli.
I 30 km/h, oltre a renderli meno gravi, aumentano anche le possibilità di evitare gli incidenti: a velocità più bassa, infatti, i guidatori hanno una visuale più ampia, tempi di reazione ridotti e riescono a frenare e fermarsi in meno della metà dello spazio necessario a 50 km/h.
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