Sarà vero che a 30 all’ora diminuiscono quantità e gravità degli incidenti in città?
Partiamo da tre dati (ISTAT):
- il 73% degli incidenti stradali in Italia avviene dentro le città
- l’80% delle vittime negli incidenti in città sono pedoni, ciclisti e motociclisti
- la velocità è la prima causa in assoluto degli incidenti più gravi, quelli mortali, in città.
Ecco in sintesi perché abbiamo bisogno della Città 30, cioè di abbassare la velocità massima sulle strade urbane, a tutela prima di tutto degli utenti vulnerabili. Meno velocità significa ridurre sia la probabilità, sia la gravità degli incidenti stradali.
Andando più piano avvengono prima di tutto meno incidenti, perché chi guida ha un campo visuale più ampio sulla strada, ha più tempo per reagire agli imprevisti e lo spazio di frenata è dimezzato. Anche quando non si riescono ad evitare, comunque andando più piano ci sono incidenti meno gravi, perché la velocità più bassa riduce gli effetti dello scontro tra veicoli o dell’investimento di una persona: quello che sarebbe stato mortale diventa un incidente con feriti, quello che avrebbe causato lesioni permanenti diventa un incidente con feriti più lievi, ad esempio.
A 30 km/h la probabilità di incidente mortale per chi è a piedi o in bicicletta diminuisce enormemente. Facciamo un esempio. Per una persona essere investita da un’auto a 30 all’ora equivale a cadere dal primo piano: 9 volte su 10 ti salvi. Mentre essere investita da un’auto a 50 km/h e oltre equivale a precipitare dal terzo piano: 8 volte su 10 non sopravvivi.
Moderare la velocità proprio nelle strade cittadine è la via per tutelare tutta la comunità, salvare vite umane, ridurre le lesioni e la loro gravità.
Anche quando guidi un’auto, un impatto a 30 anziché a 50 km/h riduce notevolmente la probabilità di ferite gravi o fatali, oltre a limitare i danni all’auto stessa.
Inoltre, guidando a 30 km/h hai più tempo per rispondere a eventuali eventi e ostacoli imprevisti sulla strada, hai una visuale più più ampia sull’ambiente stradale e ti serve meno della metà dello spazio per fermare l’auto, riuscendo così a evitare proprio alcuni incidenti, ad esempio gli investimenti di pedoni sulle strisce, o addirittura sui marciapiedi, che sono una delle circostanze più ricorrenti in città.
La conferma concreta dell’efficacia dei 30 km/h arriva dalle tante città nel mondo che hanno già scelto di applicare questo nuovo standard. I risultati noti sono infatti in modo ricorrente:
- meno incidenti
- minore gravità degli incidenti (meno morti e meno feriti gravi)
- meno utenti vulnerabili coinvolti, deceduti o feriti.
Una quantificazione concreta di questi benefici è contenuta in uno studio del Politecnico di Atene pubblicato a maggio 2024, che ha analizzato in modo comparato i risultati reali di oltre quaranta città europee diventate Città 30, evidenziando una riduzione media del 23% degli incidenti stradali, del 37% dei decessi e del 38% dei feriti.
Alcuni esempi e dati reali, che confermano concretamente i benefici dei 30 km/h per la sicurezza stradale. A Lione, in Francia, in un anno di applicazione della Città 30 si è registrata una riduzione del 22% nel numero di incidenti stradali e del 40% nel numero di persone ferite ospedalizzate. A Bruxelles, in Belgio, già nel corso del primo anno di introduzione della velocità a 30 km/h, le vittime sulla strada sono più che dimezzate e i feriti gravi sono diminuiti, passando, nel confronto sui primi nove mesi dell’anno, da 11 morti e 121 feriti gravi nel 2020 a 5 morti e 100 feriti gravi nel 2021. Ad Helsinki, in Finlandia, nel 2019 si sono registrati zero incidenti mortali ai danni di pedoni, ciclisti e bambini in strada. O ancora a Londra, nel Regno Unito, il limite di velocità di 20 mph (corrispondente ai nostri 32 km/h) ha portato ad una riduzione del 25% degli incidenti, lesioni gravi e morti, del 36% degli incidenti con utenti vulnerabili coinvolti, del 63% degli investimenti di pedoni”.
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