Ma cosa dicono i dati reali sull’inquinamento da quando Bologna è diventata Città 30?
A metà gennaio del 2025 il Comune di Bologna ha rilasciato il bilancio dei risultati del 1° anno di attuazione di Bologna Città 30. Complessivamente, è stato riscontrato il dimezzamento delle persone decedute (0 pedoni uccisi per la prima volta), il calo di incidenti e persone ferite, la forte diminuzione degli interventi del 118 in “codice rosso”, il traffico e l’inquinamento in flessione, il boom degli spostamenti urbani in treno, bike e car sharing, l’aumento delle biciclette in circolazione e un consolidamento del trasporto pubblico su gomma.
Nello specifico, per quanto riguarda l’inquinamento, l’implementazione della Città 30 si inserisce in un contesto ambientale che registra nel 2024 una significativa riduzione del livello di NO2 (biossido di azoto) nella centralina ARPAE di Porta San Felice: il valore medio orario di 29 µg/m3 registrato nel 2024 (al 30 novembre, ultimo dato disponibile al momento del rilascio del bilancio del progetto), infatti, è in calo del 29,3% rispetto alla media annuale del 2022-2023 (41 µg/m3). In termini assoluti è il dato più basso degli ultimi 10 anni.
L’inquinante preso in considerazione è il biossido di azoto, perché è tipicamente il “marcatore” dei processi di combustione locali: infatti, a differenza delle polveri sottili, che si caratterizzano per una maggiore varietà di origine e tendenza a diffondersi, l’NO2 invece ha come fonte primaria le emissioni dei veicoli a motore endotermico e del riscaldamento e resta più concentrato in prossimità delle principali sorgenti di emissione, in particolare le strade ad intenso traffico e il centro abitato.
La centralina considerata è quella di Porta San Felice in quanto “stazione di traffico urbano” di Bologna nella rete di monitoraggio della qualità dell’aria di ARPAE, cioè quella che rileva i valori ambientali in modo statisticamente rappresentativo della situazione del traffico cittadino.
Il confronto è tra il 2024 e la media dei corrispondenti periodi del 2022 e 2023. Sono considerate due annualità per ampliare la quantità di dati analizzati e ridurre i possibili effetti della variabilità statistica in un periodo di tempo così limitato. In particolare, ad essere presi come riferimento pre-Città 30 sono gli ultimi due anni, evitando invece 2020 e 2021 che erano caratterizzati dall’emergenza Covid-19 e quindi con dati non paragonabili.